Nella nostra formazione è centrale la relazione terapeutica. Per questo diventa per noi strutturale un modo di fare formazione con al centro il dialogo terapeutico e la capacità di leggere i contenuti emotivi del paziente e del terapeuta. Noi invitiamo veramente a contaminare i personali orientamenti e continuiamo la nostra proposta di formarci attraverso laboratori di supervisione.
Nel contesto della presentazione del libro “Le Parole Tra Noi” di Monticelli assume un ruolo per noi significativo. L’opera offre un’analisi profonda sul potere delle parole nel contesto terapeutico, evidenziando come la comunicazione sia un elemento centrale per la costruzione della relazione tra terapeuta e paziente. Il libro offre anche uno sguardo approfondito sulla complessità delle dinamiche comunicative tra le parti coinvolte.
Inoltre, il libro di Monticelli mette in luce l’importanza della formazione dei terapeuti. La capacità di leggere consapevolmente il dialogo terapeutico, interpretando con attenzione il significato implicito di ciò che viene detto, richiede una competenza avanzata. I terapeuti devono essere preparati a riconoscere le sfumature della comunicazione e ad affinare le proprie abilità interpretative.
A tutti noi è capitato, soprattutto nelle fasi critiche della relazione psicoterapeutica con pazienti complessi, di trovarci in difficoltà e chiederci… e ora cosa dico? Sentiamo di non essere di aiuto, perdiamo la relazione, l’obiettivo condiviso.
Pensiamo che tutto questo accade perché la conoscenza di uno o più modelli di intervento non ci dota della capacità di monitorare e regolare i propri scenari interni problematici nei diversi momenti della relazione con il paziente.
L’attaccamento, teorizzato da John Bowlby e successivamente sviluppato da altri come Mary Ainsworth, suggerisce che le prime relazioni di attaccamento con i caregiver influenzino la formazione di schemi mentali interni che guidano le relazioni future e le risposte emotive. Questi modelli di attaccamento possono influenzare il modo in cui le persone si relazionano agli altri e come affrontano lo stress emotivo. La comprensione di questi modelli può essere estremamente utile nella pratica terapeutica, poiché può aiutare a identificare le radici dei problemi emozionali e relazionali.
Inoltre, l’approccio basato sui sistemi motivazionali esamina come le diverse motivazioni e bisogni influenzino il comportamento umano. Questo approccio può aiutare i terapeuti a comprendere meglio le dinamiche individuali dei loro pazienti e ad adattare le strategie terapeutiche in base a tali comprensioni.
La relazione terapeutica è essenziale in qualsiasi approccio psicoterapeutico. È il contesto in cui avviene la guarigione e il cambiamento. La capacità di stabilire una connessione sicura, di empatizzare con il paziente e di fornire un ambiente accogliente e non giudicante è fondamentale per il successo del trattamento. Le teorie dell’attaccamento possono contribuire notevolmente a migliorare la qualità della relazione terapeutica, aiutando il terapeuta a comprendere meglio i bisogni emotivi del paziente.
È importante notare che l’approccio alla psicoterapia può variare notevolmente tra i professionisti e le diverse scuole di pensiero. Alcuni terapeuti possono non dare sufficiente importanza all’attaccamento e ai sistemi motivazionali nella loro pratica, ma molti altri riconoscono il loro valore.
Sottolineare la necessità di una formazione specifica per gli psicoterapeuti sulla relazione terapeutica, inclusa la supervisione personale e di gruppo, è una pratica essenziale e molto importante nell’ambito della psicoterapia. Ecco alcune ragioni per cui questa formazione e supervisione sono fondamentali:
- Miglioramento delle competenze: La relazione terapeutica è un aspetto cruciale del processo terapeutico. La formazione e la supervisione consentono ai terapeuti di sviluppare competenze per stabilire e mantenere relazioni terapeutiche efficaci. Questo comprende l’apprendimento di abilità comunicative, empatia, ascolto attivo e gestione delle dinamiche interpersonali.
- Consapevolezza dei propri modelli relazionali: Le sessioni di supervisione personale consentono ai terapeuti di esplorare i propri modelli di attaccamento e relazionali, che possono influenzare il modo in cui si relazionano ai pazienti. Questa consapevolezza è essenziale per evitare che i propri schemi relazionali interferiscano con la terapia.
- Adattamento alle esigenze dei pazienti: Ogni paziente è unico, e le sessioni di supervisione di gruppo possono aiutare i terapeuti a condividere esperienze e strategie per affrontare sfide specifiche legate alle dinamiche dei pazienti. Questo aiuta a personalizzare il trattamento in base alle esigenze individuali.
- Prevenzione del burnout: Il lavoro terapeutico può essere emotivamente esigente. La supervisione personale e di gruppo fornisce uno spazio per esaminare le reazioni emotive dei terapeuti al lavoro clinico e per prevenire il burnout.
- Aggiornamento e miglioramento continuo: La supervisione e la formazione continua tengono i terapeuti aggiornati sulle nuove ricerche, teorie e pratiche terapeutiche. Questo contribuisce a un miglioramento costante della qualità della terapia offerta.
In sintesi, la formazione e la supervisione costante sono elementi essenziali nella pratica della psicoterapia. Queste pratiche contribuiscono in modo significativo all’efficacia del trattamento e alla cura del paziente, consentendo ai terapeuti di affinare le loro abilità e di affrontare le sfide che emergono durante il lavoro clinico.